Il Befanone… è  solo una recita!(?)

- l’esperienza di due educatrici -

 

Ogni anno, nella nostra Parrocchia, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio (chiamata anche “Festa del Befanone”) vi è l’abitudine di organizzare un piccolo spettacolo per i bambini, per realizzare il quale gli educatori coinvolgono i ragazzi dei Gruppi Post-Cresima. Quest’anno è toccato a noi e a tanti, educatori, genitori e amici, che hanno voluto darci una mano. E allora via con la ricerca del copione (“potremmo rifare questo di qualche anno fa: a noi che recitavamo era piaciuto e i bambini di oggi non lo ricordano di certo…”), con la scelta del ruolo giusto per ogni “attore” (“io me lo vedo bene Biru che interpreta Giacomino…”), con le prove (“mi raccomando cercate di impegnarvi!”), con la preparazione delle scenografie (“i ragazzi più grandi han detto che ci pensano loro!”) e dei costumi (“ho i vecchi vestiti del nonno che dovrebbero andar bene!”)… Dopo un paio di mesi di preparativi, finalmente si va in scena: l’auditorium è pieno di gente, non si sa neanche più come far sedere tutti i bambini! Si abbassano le luci e il balletto delle ragazze di II° media ci accompagna nel magico mondo delle fiabe, dove due presentatori iniziano a narrarci l’avventura di Giacomino, un bambino come tanti che decide di mettersi in cammino verso il Prato dell’Arcobaleno per portare i colori nel proprio paese, Tuttogrigio.

 

La strada, però, è piena di sorprese: c’è il “cattivissimo” Orco di Pietra a Due Teste, pronto a divorare tutto ciò che incontra, che Giacomino sa affrontare solo grazie alla fiducia che il Padre ripone in lui; c’è il Dottor Fanfarone, al quale Giacomino insegna che non esistono solo i libri, ma che anche la natura è meravigliosa; c’è un povero albero senza foglie, che ha bisogno di ritrovare la speranza; c’è la Fata Golosina, che non ha mai provato quanto sia bello condividere con gli altri ciò che si ha; ci sono lo Gnomo, il Folletto e Puffetta che sperimentano quanto si arrivi lontano impegnandosi assieme nelle piccole imprese quotidiane, piuttosto che lavorando ciascuno per se’ e c’è anche il drago Mimmo, che scopre quanto sia importante rispettare il proprio corpo e la propria dignità per stare bene con gli altri. Finalmente, dopo aver condiviso una parte del proprio cammino con ciascuno di questi personaggi, Giacomino raggiunge il Prato dell’Arcobaleno, dove la Principessa Aurora è pronta a donargli tutti i colori necessari a riportare la gioia a Tuttogrigio. I bambini in sala sono ora in attesa del famoso Befanone, che porterà loro le calze piene di dolciumi, ma sembra che se ne sia andato alle Hawaii con la Befana. Grazie all’intervento delle sue nipoti Befanine, però, si riesce a farlo rientrare a Poggio a compiere il proprio dovere di donatore di calze e i bambini possono tornare a casa contenti!

 

E noi, che abbiamo lavorato per questa recita, come ci sentiamo? Di certo siamo felici per gli applausi che abbiamo ricevuto, ma nei nostri cuori c’è forse una gioia più grande: è la stessa della Fata Golosina, dello Gnomo e dei suoi amici per aver fatto qualcosa per gli altri e per aver condiviso una piccola fatica insieme. Eh, sì, perché è proprio in questi momenti, in cui si scopre di aver fatto qualcosa di bello con i propri amici, seppur impegnandoci anche quando non ne avevamo molta voglia, sopportando gli altri quando non si comportano come noi vorremmo, collaborando e aiutandoci a vicenda, che si cresce davvero. Inoltre, nella gioia che proviamo a fine spettacolo, mentre facciamo merenda assieme e ci salutiamo, sentendoci un po’ più uniti, sperimentiamo l’amore che Gesù ci dona e che ci chiama a donare agli altri, e che è il più bello dei “colori” che tutti noi, come Giacomino, possiamo portare al mondo!

 

Quando abbiamo deciso di preparare il Befanone pensavamo fosse solo una recita, invece abbiamo scoperto che dietro c’è qualcosa di più!

 

Sara e Elena

 

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